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genitori

Arte maieutica

L’apprendimento attraverso il Metodo Maieutico

da Claudia Mondina 25 Marzo 2021
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La mia esperienza personale

Il mio avvicinamento al metodo maieutico è avvenuto in maniera inconsapevole ma al tempo stesso naturale. Essendo madre di due figli ho sentito, durante la fase della loro crescita, non solo il bisogno di evitare il conflitto ma di imparare a vivere con gioia i momenti insieme.

Spesso mi capitava di osservare con curiosità ed un pizzico di invidia quei genitori che riuscivano a comunicare serenamente con i loro figli senza dover ricorrere ad urla e punizioni. E così ho iniziato a pensare che anche il mio rapporto familiare poteva essere vissuto con successo ed appagamento.

Probabilmente questo bisogno di cambiamento si legava anche al fatto di non aver avuto un’infanzia e un’adolescenza serena. Ho iniziato così ad avere il desiderio di fare ordine nel mio progetto educativo e di informarmi. Volevo crescere per essere in grado di educare con consapevolezza ed amore i miei figli.

Seguendo conferenze, confrontandomi con psicologi ed esperti e leggendo letteratura in materia educativa mi sono avvicinata all’apprendimento attraverso il Metodo Maieutico.

In alcune pagine del libro Crescere per educare del giornalista, scrittore e conferenziere, Pietro Lombardo, sono rimasta colpita da questa frase: “Il vero Maestro” diceva Socrate “è il maieuta, colui che fa scoprire all’allievo la risposta che cerca in se stesso“.

Rifacendomi a queste righe mi sono incuriosita e mi sono documentata su Socrate ed ho capito chi fosse il maieuta. Seguendo un corso di “Metodologia e didattica maieutica” ho cominciato a conoscere le 3 condizioni per un apprendimento efficace. Eccole qui di seguito:

  1. la motivazione;
  2. l’imitazione;
  3. la gradualità.

La Motivazione

La motivazione all’apprendimento è una componente neuro cerebrale della nostra specie umana che si presenta in maniera diversa nel corso della vita. E’ un istinto innato e potente presente nel bambino fino a circa 10 anni, è automatico e lo spinge a provare e riprovare fino a quando non riesce a fare qualcosa (per es. camminare).

Nella pre adolescenza subentra il pensiero logico astratto e il ragazzo si allontana dai modelli adulti.

La motivazione si affievolisce, non è più automatica. Prevalgono gli interessi endogeni su quelli esogeni. Le difficoltà a vari livelli, con insegnanti, genitori, compagni di classe o con una specifica materia possono condizionare il desiderio di  apprendere.

La motivazione è una specie di forza motrice che serve a trainare la locomotiva dell’apprendimento. Genitori, educatori ed insegnanti sono tutti tenuti ad accompagnare l’educando alla ricerca della motivazione e al suo mantenimento. Fondamentale è individuare in lui gli interessi, scegliendo temi e modi di studio inerenti alle sue preferenze.

Lo studio si trasformerà in un’esperienza piacevole che lo porterà ad intuire la bellezza di quanto sta facendo. E sarà protagonista e non soggetto passivo, accrescendo la sua autonomia e la fiducia in se stesso e nelle sue capacità.

L’imitazione

L’imitazione è quel meccanismo per il quale bambini e adolescenti sono attratti dai comportamenti di un altro individuo e quindi cercano di fare come lui. Se incanalata positivamente dagli educatori li stimola a svolgere in modo piacevole attività a volte sgradite.

Il miglior processo di apprendimento non si attiva mai in solitudine, ma nello studio praticato in gruppo.

L’imitazione è importante perchè si impara molto dai propri coetanei: l’esempio dei compagni stimola e facilita la comprensione e il desiderio di apprendere.

La gradualità

La gradualità è il riconoscimento che ogni individuo ha delle modalità specifiche di apprendimento con tempi diversi. Nel percorso di crescita e studio non vi è uno schema rigido con tappe prestabilite, è il ritmo del singolo che scandisce tale processo. Se vengono rispettati questi tempi avremo più possibilità di successo rispetto al pretendere una prestazione immediata.

Il riconoscimento di questa caratteristica serve all’insegnante, genitori ed educatori, per dare a ogni bambino o ragazzo le tempistiche necessarie per apprendere.

Molte sono le variabili che concorrono a formare la gradualità: dalle capacità personali e genetiche, alla situazione ambientale e pregressa del ragazzo.

Attraverso la gradualità l’alunno trae vantaggio perché, non sentendo una pressione esagerata su di lui, agirà con più disinvoltura e fiducia in se stesso, imparando insieme ai suoi educatori ad accettare anche i piccoli incidenti di percorso.

E’ importante quindi rispettare questo principio perché così sarà molto più facile per l’insegnante pazientare rispettando i tempi del ragazzo. A loro volta anche i genitori, pur non perdendo di vista la funzione di guida e vigilanza dell’educatore, riconosceranno il valore dei propri figli.

“L’insegnate mediocre racconta. Il bravo insegnate spiega. L’insegnate eccellente dimostra. Il maestro ispira.”
SOCRATE

Ho molto fiducia nell’apprendimento attraverso il metodo maieutico perché consente a noi genitori di avere una nuova prospettiva non solo per il campo scolastico ma anche quello educativo.

Così mi sono buttata alle spalle, con vero piacere, tanti luoghi comuni limitanti favorendo uno stile di vita improntato sull’ascolto ed il reciproco interesse, a beneficio del rapporto tra me ed i miei figli.

25 Marzo 2021 2 commenti
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Difficoltà a farsi obbedire? Smettete di ripetervi!
Arte maieutica

Come farsi obbedire senza ripetersi!

da Claudia Mondina 24 Settembre 2020
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Quante volte capita di dover dire le cose più e più volte prima di vedere i figli farle? Chi ha difficoltà a farsi obbedire può provare un nuovo metodo: evitare di ripetersi. Ecco come ha cambiato il mio rapporto coi ragazzi, ottenendo di più con molta meno fatica.

È finito il periodo estivo, sono terminate le vacanze e, ormai, è arrivato il fatidico rientro in classe dei ragazzi. Durante questa pausa, mi sono ritrovata a pensare a quando, molti anni fa, sono stata in Toscana con i miei figli. Era agosto e mi trovavo in un residence molto attrezzato, con bar, piscina e giochi per i bambini. Ed è lì che ho ideato il mio metodo che consente di raggiungere obiettivi più elevati con meno dispendio di energia e voglio consigliare a chi ha difficoltà a farsi obbedire.

In un pomeriggio come tanti, mio figlio più grande stava giocando con un altro bambino al calcio balilla nell’area dedicata ai ragazzi di sei o sette anni. Gli avevo concesso dieci minuti, ma, scaduti da tempo, ancora non era tornato da me. Sono quindi andata a richiamarlo, ma i miei tentativi di attirare la sua attenzione rimasero vani. A tal punto che un signore che passava mi chiese se continuassi a ripetere la stessa frase perché mio figlio fosse sordo. Rimasi stupita da quella domanda e risposi che ci sentiva benissimo. Mi suggerì, allora, di smettere di ripeterglielo all’infinito, perché tanto mi aveva sentito di sicuro e non avrei ottenuto niente. Non solo, avrei sprecato voce ed energia inutilmente. Proprio mentre parlavamo, infatti, mio figlio si staccò dal gioco, salutò l’altro bambino e mi raggiunse, pronto ad andare. Vi lascio immaginare il mio stupore davanti a quella scena.

Difficoltà a farsi obbedire? Evitate di ripetervi

Fu da questo momento che mi misi a riflettere e a pormi in modo diverso con i miei figli. Ed è da qui che nasce il mio consiglio per chi ha difficoltà a farsi obbedire: evitate di ripetervi. Una volta che si smette di dire e ridire sempre la stessa cosa, si scopre che con la pazienza e la fiducia si ottiene molto di più dai ragazzi. Li si spinge a responsabilizzarsi, a capire quando è ora di smettere di giocare e fare quello che gli è stato chiesto. Sicuramente ci vorrà del tempo, come per tutte le lezioni che si imparano nella vita, ma il risultato è permanente e i vostri figli saranno più sereni.

Dopo essermi documentata, infatti, posso assicurarvi che i bambini sentono tutto quello che diciamo, anche quando non ci stiamo rivolgendo a loro. Dubitare che ci abbiano sentito significa mandare il messaggio che non ci fidiamo. Quando, magari, siamo solo irritati da fattori esterni e che non dipendono dai figli o dalla conversazione in corso. Può capitare a tutti di avere una giornata storta e di essere stressati. O di essere stanchi dopo otto ore in ufficio particolarmente pesanti. Oppure, ancora, di essere frustrati perché si hanno troppi impegni e non si riesce a fare tutto ciò che si vuole. Tuttavia, cerchiamo di non riversare queste emozioni negative su di loro e concediamogli il beneficio del dubbio.

“Nulla succede ad opera dei demoni; non esistono demoni. Ognuno può compiere opere di magia, ognuno può raggiungere i propri fini, se sa pensare, se sa aspettare, se sa digiunare.” (Siddharta, Hermann Hesse)

Guardandomi indietro, nel mio lungo percorso educativo con i figli, mi sono resa conto che non ho mai ottenuto niente affannandomi. Al contrario, il risultato era che mi trovavo sfinita e impotente. Ho cercato, invece, di dar loro fiducia, anche se all’inizio non obbedivano. Questo processo, sicuramente non facile, non deve per forza essere compiuto da soli. Ammettere di essere in difficoltà non è una debolezza e ci si può sempre rivolgere a una persona competente che ci aiuti a capire come poter modificare il nostro atteggiamento in modo costruttivo, anche quando sembra troppo radicato.

24 Settembre 2020 0 commento
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La-fatica-dei-genitori-ai-tempi-del-covid-19
Arte maieutica

La fatica dei genitori ai tempi del Covid-19.

da Claudia Mondina 12 Maggio 2020

Stare insieme a casa è un’opportunità?

In questa situazione di congestione casalinga, anche lo stress dei genitori è aumentato. Ma stare insieme a casa può rivelarsi una grande occasione. Ne ho parlato con Giulia, mamma di due figli di 12 e 8 anni, di cui vi riporto più avanti una testimonianza.

Volevo incominciare raccontandovi un pezzo del mio percorso, ma non posso proprio scrivere. Non mi vengono le idee. Continuo a pensare a quella che, in questo momento, è la fatica dei genitori che si trovano ad avere, non solo le difficoltà che abbiamo tutti a vivere in questa situazione, ma anche i figli a casa tutto il giorno. Con l’emergenza Covid-19, quindi, i loro impegni scolastici ed extrascolastici si svolgono tutti in uno spazio che ora penso sia strettissimo. E allora, mi sono chiesta: stare insieme a casa è davvero un’opportunità?

Per non parlare, poi, dell’assenza totale di aiuto di cui prima potevano avvalersi i genitori. Non si può più chiamare un nonno o una babysitter per i bambini. O invitare un amico. O, ancora, fare una gita scolastica, una festa e via dicendo. Nessun colloquio con i professori. Non esiste più un momento di svago, una sera al cinema o andare a mangiare una pizza e l’elenco delle privazioni non finisce qui.

Per capire meglio la fatica dei genitori ho chiesto a Giulia, la mamma di un ragazzo di 2a media a cui do lezioni private di tedesco, se mi poteva mandare una descrizione di com’è la loro realtà familiare in questo periodo, visto che i miei figli sono grandi e vivono per conto loro. Condivido con voi questa testimonianza in cui trovo anche un po’ di ilarità.

La testimonianza di Giulia

“Viviamo in un appartamento di 75 mq composto da due camere, un soggiorno con cucina a vista e un bagno. Siamo in quattro e normalmente gli spazi, seppur piccoli, sono sufficienti, vivendo la casa tutti insieme solo per poche ore al giorno. La scuola, il lavoro, i corsi di nuoto, scherma, musical, inglese ci tengono fuori per molte ore.

Naturalmente adesso la situazione è decisamente cambiata. Mio figlio di 12 anni passa almeno tre ore al giorno su diverse piattaforme, la più piccola di 8 ne passa un paio tra scuola e chiamate Skype con compagni che non vede da mesi e mio marito è impegnato tra video call e seminari online.

Tutto ciò avviene nelle tre stanze a nostra disposizione. Questo comporta che la sottoscritta debba decidere se farsi vedere nello splendore della mise casalinga e la piega all’ultimo grido o se rintanarsi alla chetichella in bagno con l’amico telefono o in compagnia di un buon libro.

Nei restanti momenti liberi dai congegni elettronici, mi rimane il “piacere“ dei compiti che già sono una gioia a regime normale. Il ragazzo che frequenta la seconda media è piuttosto autonomo e tende a rifiutare l’aiuto, passando però ore in solitudine davanti uno schermo, spesso spiaggiato sul letto. La bimba di terza elementare, invece, va seguita perché, oltre ai soliti compiti, adesso a noi mamme tocca anche una parte di spiegazione che le maestre in un’ora a video non riescono a completare.

Gli argomenti svolti sono ovviamente semplice e alla portata anche di chi non tocca un libro scolastico da ormai vent’anni. Sembrerebbe quindi di facile gestione se non fosse che quando parla la maestra è il Verbo quando parla la mamma è tutto molto discutibile e l’”Ipse dixit” non vale più. Accade così che, sedutami al tavolo con il sorriso che solo la più amorevole delle fatine fiabesche indosserebbe, dopo pochi minuti avviene la trasformazione nella sorella cattiva di Crudelia De Mon.

A quel punto, come ridestato da un sogno, si affaccia in soggiorno il papà che, con la faccia a punto interrogativo, abbozza ignaro delle conseguenze la fatidica domanda “Cosa succede?”, aprendo l’argine a un fiume di parole in piena.

Non è però tutto negativo. La mia bimba, non avendo l’ansia del tempo, sta scrivendo meglio e i suoi elaborati sono più ordinati. Il grande, Andrea, sabato ha organizzato per la famiglia un programma che prevedeva palestra, spa, doccia, aperitivo e cena a cui ci ha voluto tutti in ghingheri. Mio marito, che spesso per lavoro rientra tardi, è sempre a cena e a pranzo con noi. Certo, le preoccupazioni per la salute dei nostri cari e per il discorso economico non mancano, ma forse avremo imparato a godere di più delle piccole cose e certamente a saper sopportare i difetti delle persone con cui viviamo.”

La fatica dei genitori: c’è sempre un lato positivo!

Bella questa descrizione: mi è piaciuto il modo ironico con cui Giulia racconta la situazione, seppur pesante, e la fatica dell’essere genitori. Ma ancora di più, mi ha sorpreso la parte finale, dove questa mamma trova anche il lato positivo nella condizione attuale che fa sfocare gli aspetti negativi. Il figlio, Andrea, che prepara una festa per i genitori, addirittura con la spa e una cena elegante, la bambina che migliora la scrittura perché è più serena e il papà che c’è di più a casa… anche se magari un po’ distratto!

C’è una gioia grandissima in tutto ciò e mi viene in mente, a proposito di aspetti positivi, che, qualche sera fa, io e i miei due figli ci siamo sentiti in una videochiamata. Io avevo appena finito di guardare un album di foto della nostra famiglia e gliene ho parlato.

Ho anche detto loro che, forse, quando erano piccoli, ero stata un po’ troppo ansiosa e tesa e che mi dispiaceva. Probabilmente, ero stata anche severa, perché così ero stata educata. È vero che con il tempo sono cambiata, ma vedendo quelle foto mi era venuto un po’ di rammarico e così ho accennato l’argomento. Temevo in realtà che loro si ricordassero questa figura un po’ arcigna che mi sono lasciata alle spalle.

Ma, anche qui, sorpresa! Mi hanno assicurato che l’immagine che hanno di me come mamma è bella e positiva. Forse non si ricordano di qualche scatto, di qualche nervosismo, di qualche urlata o di qualche scappellotto, ma si ricordano che io per loro c’ero.

Non ci saremmo mai detti queste cose in una situazione normale. Mi rendo conto che, in questi giorni veramente pesanti, i sentimenti e gli affetti si espandono e possono diventare grandissimi, come forse mai prima d’ora!

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    12 Maggio 2020 0 commento
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