Fare un passo indietro per aiutare i ragazzi a responsabilizzarsi

da Claudia Mondina
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Quando nasce un bambino si fanno tanti progetti per lui. Ma un figlio non è mai uguale al sogno dei suoi genitori: farà scelte diverse dalle loro che a volte dovranno fare un passo indietro e riflettere.

Nel mio percorso come insegnante privata, ho sempre incontrato genitori desiderosi per i propri bambini di dare loro ciò che non hanno potuto avere nella loro infanzia: scuola, vacanze, amicizie, tipo di educazione sono solo alcune di queste. Nel tempo, però, mi sono resa conto che i genitori, in queste situazioni, dovrebbero fare un passo indietro e lasciare che siano i ragazzi a fare le scelte che competono loro.

Anche io, come mamma, avevo molte aspettative sui miei figli. Ma riflettendo ho capito che essere genitori significa stargli accanto durante il percorso di crescita, supportandoli, ma evitando di scegliere per loro. Essi potrebbero vivere con angoscia e depressione l’impossibilità di accontentare il genitore. Questo fallimento, come spesso viene percepito dai bambini, può causare una mancanza di fiducia in se stessi.

La volta in cui ho dovuto fare un passo indietro

Verso la fine della terza media, mia figlia decise di frequentare il liceo scientifico, nonostante non avesse buoni voti in matematica. Sia io che gli insegnanti non approvammo quella scelta, ma lei fu irremovibile. Così la iscrissi nello stesso liceo che aveva frequentato il fratello. Si inserì bene e riuscì a seguire discretamente l’anno scolastico, nonostante le carenze in aritmetica. Alla fine, però, fu lei stessa a decidere che sarebbe stato meglio cambiare indirizzo e per il secondo anno scelse di passare al liceo delle scienze sociali.

Fu qui che le mie convinzioni e aspettative mi bloccarono. Ero ormai soddisfatta della sua scelta e di come l’aveva affrontata e non riuscii subito a capire le motivazioni dietro a quel cambiamento. A questo andava aggiunto che, personalmente, avevo sempre ritenuto il liceo delle scienze sociali meno completo del liceo scientifico.

Caso vuole, però, che in quei giorni incontrai una lontana cugina che insegnava proprio al liceo dove voleva iscriversi mia figlia. Così, parlammo dell’istituto e della decisione della ragazza. Quando mi chiese il perché della mia opposizione a quella scelta, non seppi spiegarle il problema. Ma alla fine non c’entrava nessuno se non me stessa. Ero solo preoccupata della mia serenità, del fatto che mi fidassi di più di una scuola piuttosto che dell’altra.

Alla fine, decisi di fare un passo indietro e lasciare che fosse lei a scegliere, aiutandola a fare la domanda di iscrizione e a inserirsi nella nuova scuola. A oggi, mia figlia ha giovato della decisione e non se ne è mai pentita.

La lezione che tutti possiamo imparare

La prima lezione che penso di potervi passare è questa: fare un passo indietro non è negativo. Non sentitevi irresponsabili o di stare venendo meno ai vostri obblighi genitoriali. La serenità dei figli deve sempre essere messa al primo posto. Penso che, prima di prendere decisioni di cui pentirsi, bisognerebbe indagare se stessi e le reali motivazioni dietro ai propri sentimenti.

La seconda, come sempre, è quella di avere fiducia nei vostri figli. Riconoscere le capacità dei propri ragazzi, sostenere le loro scelte, aiuta a stare bene con se stessi e con loro. E gli si dà la possibilità di crescere, responsabilizzarsi, pur sapendo di poter contare sui propri genitori.

“I vostri figli non sono vostri… sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita. Nascono per mezzo di voi, ma non da voi. Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono. Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.”
(da “Il profeta” di Kahlil Gibran)

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