La mia esperienza personale
Il mio avvicinamento al metodo maieutico è avvenuto in maniera inconsapevole ma al tempo stesso naturale. Essendo madre di due figli ho sentito, durante la fase della loro crescita, non solo il bisogno di evitare il conflitto ma di imparare a vivere con gioia i momenti insieme.
Spesso mi capitava di osservare con curiosità ed un pizzico di invidia quei genitori che riuscivano a comunicare serenamente con i loro figli senza dover ricorrere ad urla e punizioni. E così ho iniziato a pensare che anche il mio rapporto familiare poteva essere vissuto con successo ed appagamento.
Probabilmente questo bisogno di cambiamento si legava anche al fatto di non aver avuto un’infanzia e un’adolescenza serena. Ho iniziato così ad avere il desiderio di fare ordine nel mio progetto educativo e di informarmi. Volevo crescere per essere in grado di educare con consapevolezza ed amore i miei figli.
Seguendo conferenze, confrontandomi con psicologi ed esperti e leggendo letteratura in materia educativa mi sono avvicinata all’apprendimento attraverso il Metodo Maieutico.
In alcune pagine del libro Crescere per educare del giornalista, scrittore e conferenziere, Pietro Lombardo, sono rimasta colpita da questa frase: “Il vero Maestro” diceva Socrate “è il maieuta, colui che fa scoprire all’allievo la risposta che cerca in se stesso“.
Rifacendomi a queste righe mi sono incuriosita e mi sono documentata su Socrate ed ho capito chi fosse il maieuta. Seguendo un corso di “Metodologia e didattica maieutica” ho cominciato a conoscere le 3 condizioni per un apprendimento efficace. Eccole qui di seguito:
- la motivazione;
- l’imitazione;
- la gradualità.
La Motivazione
La motivazione all’apprendimento è una componente neuro cerebrale della nostra specie umana che si presenta in maniera diversa nel corso della vita. E’ un istinto innato e potente presente nel bambino fino a circa 10 anni, è automatico e lo spinge a provare e riprovare fino a quando non riesce a fare qualcosa (per es. camminare).
Nella pre adolescenza subentra il pensiero logico astratto e il ragazzo si allontana dai modelli adulti.
La motivazione si affievolisce, non è più automatica. Prevalgono gli interessi endogeni su quelli esogeni. Le difficoltà a vari livelli, con insegnanti, genitori, compagni di classe o con una specifica materia possono condizionare il desiderio di apprendere.
La motivazione è una specie di forza motrice che serve a trainare la locomotiva dell’apprendimento. Genitori, educatori ed insegnanti sono tutti tenuti ad accompagnare l’educando alla ricerca della motivazione e al suo mantenimento. Fondamentale è individuare in lui gli interessi, scegliendo temi e modi di studio inerenti alle sue preferenze.
Lo studio si trasformerà in un’esperienza piacevole che lo porterà ad intuire la bellezza di quanto sta facendo. E sarà protagonista e non soggetto passivo, accrescendo la sua autonomia e la fiducia in se stesso e nelle sue capacità.
L’imitazione
L’imitazione è quel meccanismo per il quale bambini e adolescenti sono attratti dai comportamenti di un altro individuo e quindi cercano di fare come lui. Se incanalata positivamente dagli educatori li stimola a svolgere in modo piacevole attività a volte sgradite.
Il miglior processo di apprendimento non si attiva mai in solitudine, ma nello studio praticato in gruppo.
L’imitazione è importante perchè si impara molto dai propri coetanei: l’esempio dei compagni stimola e facilita la comprensione e il desiderio di apprendere.
La gradualità
La gradualità è il riconoscimento che ogni individuo ha delle modalità specifiche di apprendimento con tempi diversi. Nel percorso di crescita e studio non vi è uno schema rigido con tappe prestabilite, è il ritmo del singolo che scandisce tale processo. Se vengono rispettati questi tempi avremo più possibilità di successo rispetto al pretendere una prestazione immediata.
Il riconoscimento di questa caratteristica serve all’insegnante, genitori ed educatori, per dare a ogni bambino o ragazzo le tempistiche necessarie per apprendere.
Molte sono le variabili che concorrono a formare la gradualità: dalle capacità personali e genetiche, alla situazione ambientale e pregressa del ragazzo.
Attraverso la gradualità l’alunno trae vantaggio perché, non sentendo una pressione esagerata su di lui, agirà con più disinvoltura e fiducia in se stesso, imparando insieme ai suoi educatori ad accettare anche i piccoli incidenti di percorso.
E’ importante quindi rispettare questo principio perché così sarà molto più facile per l’insegnante pazientare rispettando i tempi del ragazzo. A loro volta anche i genitori, pur non perdendo di vista la funzione di guida e vigilanza dell’educatore, riconosceranno il valore dei propri figli.
“L’insegnate mediocre racconta. Il bravo insegnate spiega. L’insegnate eccellente dimostra. Il maestro ispira.”
SOCRATE
Ho molto fiducia nell’apprendimento attraverso il metodo maieutico perché consente a noi genitori di avere una nuova prospettiva non solo per il campo scolastico ma anche quello educativo.
Così mi sono buttata alle spalle, con vero piacere, tanti luoghi comuni limitanti favorendo uno stile di vita improntato sull’ascolto ed il reciproco interesse, a beneficio del rapporto tra me ed i miei figli.